L’Auditorium ‘giapponese’ ancora chiuso
Inaugurato quasi due anni fa, e immediatamente richiuso dopo l’inagurazione per lavori urgenti che l’inaugurazione ‘affrettata’ aveva procrastinato, per la ragione che si voleva fare un doveroso omaggio all’ambasciatore del Giappone che aveva voluto l’auditorium, ne aveva seguito tutte le fasi della progettazione e costruzione, e che stava per ritornare in Giappone. Successivamente, ma non immediatamente, ripresero i lavori, che terminarono verso la fine dell’anno. Ora si attendeva solo l’autorizzazione della ASL, secondo il cui responsabile i servizi presenti nell’auditorium non erano sufficienti – se ne pretendevano almeno una decina per 220 posti.
E neanche il vicino Conservatroio, con i suoi servizi convinse del tutto l’ASL, poi finalmente arrivò l’autorizzazione, anche perché se quella regola avesse a valere dappertutto, all’auditorium di Roma ci sarebbero voluti un centinaio di cessi, e all’Arena di Verona addirittura un migliaio.
Poi venne la grande nevicata di febbraio che produsse due piccoli ‘ammaccamenti’; uno al tetto, l’altro ad una colonna esterna, rivestita di cartone pressato. Il fuoco non era iruscito a distruggere quel cartone, nelle numerose prove effettuate, l’acqua invece l’aveva reso fradicio alla base. Ora per questi due lavori, di bassissimo costo, e della durata complessiva di qualche giornata, si aspetta da mesi che arrivi la manna dal cielo. Ed, intanto, il Conservatorio, ed anche tutta la città, ogni giorno devono fare a meno di quello spazio già ammirato per la sua acustica incantevole.
A quando la riapertura, DEFINITIVA?