L’Orchestra Mozart potrebbe andare avanti per anni se…
Vita grama per le nuove orchestre italiane, specie se giovanili ed ignote ai politici in auge, anche se fondatori e direttori musicali sono delle celebrità, quali Abbado e Muti, artefici di due meravigliosi
complessi (Orchestra Mozart e Orchestra Cherubini), ogni anno puntualmente a rischio chiusura. Quando queste compagini orchestrali sono sorte hanno incontrato sostenitori danarosi, i quali pensavano però che, dopo un anno, lo scherzetto sarebbe finito. L’intenzione dei due direttori di proseguire li ha colti di sorpresa e spiazzati. Loro i soldi in un’impresa dalla lunga vita non intendono metterli. Finanzierebbero volentieri un altro evento, magari anche più costoso, ma a mettersi sul groppone un centinaio di ragazzi da sfamare non ci pensano affatto. E forse non hanno tutti i torti. A finanziare progetti di tale eccellenza per i giovani dovrebbe essere la politica che spende e spande per operazioni di piazza (tanto per fare solo qualche esempio le populistiche adunate melodrammatiche di piazza a Roma ecc…), e si rivela avarissima in altre occasioni, anche se poi va dicendo che la crescita culturale è in cima ai suoi pensieri e che tale crescita è una ri cchezza del nostro paese da tutelare.
Nel settore delle orchestre, la situazione italiana è per lo meno anomala, se non schizofrenica. La politica foraggia orchestre di nessun valore; mentre lascia vivere nell’indigenza altre valorosissime, come l’Orchestra Verdi di Milano la cui causa chi ama la musica ha particolarmente a cuore.
Abbado ha dichiarato di aver esposto a Rutelli la situazione della sua ‘Mozart’. Rutelli, il ministro dei ‘belli culturali’ non s’è fatto ancora vivo; occupato a far nascere un nuovo festival di teatro, un festival nazionale, dotandolo di un bel gruzzolo, mentre i festival storici del settore sono ridotti in miseria. Tutti piangono lacrime amare, solo l’instancabile Musica per Roma si accinge a fare un nuovo festival a Tivoli, nella stessa Villa Adriana imbrattata per anni da un sedicente festival, e tutta Roma d’estate si contende anche a suon di volgarità e trovate il pubblico.
Ma se vogliamo dirla tutta, senza tener conto delle buone maniere e giocando a carte scoperte, allora ci vien da dire qualcosa anche ad Abbado. Perché, illustre maestro, non rinuncia a quella finta ma costosissima Orchestra del Festival di Lucerna e destina quei fondi alla sua ultima creatura strumentale, la povera Mozart? Per una settimana del ‘suo’ Festival a Roma, due anni fa, si sono spesi quattro miliardi delle vecchie lire. Lo sa che con quella cifra la giovane Mozart – orchestra vera e non costosa come l’altra tutta di star – potrebbe tirare avanti per qualche anno?
Pietro Acquafredda