LUSSI CHE NON POSSIAMO PERMETTERCI!
I nostri grandi teatri consacrati al melodramma, quattordici in tutto comprendendovi anche santa Cecilia ad essi assimilata, tutti con una storia secolare, sono troppi , e l'Italia non può più permetterseli, specie ora che c'è la crisi. Parola di Giancarlo Galan, per pochi mesi insediato nel ministero che fu di Bondi, che ha aggiunto: oltre tutto, navigano in cattive acque, a causa dei loro bilanci passivi. Sposa la tesi sparagnina del ministro, con un editoriale del TG1, il vice direttore del Sole 24 Ore, Alberto Orioli, il quale quando il suo giornale, durante la disastrosa gestione Riotta, è arrivato a perdere 80.000 copie (dati del sito Franco Abruzzo, mai smentiti!) non ha avuto un sussulto professionale ed etico ed un moto di indignazione, come invece gli è preso nel caso dei teatri italiani.
Ma la lista dei lussi che l'Italia non può più permettersi non si ferma ai teatri. La lista di tutto quello che non possiamo più permetterci l'ha resa nota il Ministero di Galan, d'accordo, per casi specifici, con i Ministeri di Brunetta e Gelmini.
- L'immenso sito archeologico di Pompei non possiamo più permettercelo. Occorre dimezzarlo. E l'operazione s'è incaricata di portarla a termine l'incuria e l'inclemenza atmosferica che hanno già distrutto la Caserma dei gladiatori, hanno fatto cascare di recente un muro di cinta ed hanno sepolto sotto le macerie della sua stessa casa , quel 'moralista' che si era opposto al ministro ecc... Dal Ministero arriva l'ordine di non ricostruire, argomentando che una rovina in più o in meno non influenza l'afflusso dei turisti a Pompei. Senza considerare che se tale lusso diminuisse, si potrebbe risparmiare ancora dimezzando i 'vespasiani' (cessi pubblici); per casi di emergenza, epidemia di disturbi intestinali, appositi cartelli multilingue consiglieranno di appartarsi dietro qualche altro muro diroccato.
- Brera e Uffizi sono troppi per una sola nazione, una delle due va chiusa o mandata in malora ( per la seconda opzione ci stanno già pensando le infiltrazioni, relativamente alla galleria milanese).
- Sui due Festival del cinema di Venezia e Roma, Galan s'è pronunciato appena insediato: Roma deve chiudere, e se Alemanno si oppone, il Ministero si è proposto di far cadere Alemanno (non ci vuole molto con tutte le buche di Roma, da quando il sindaco gira in moto) e metterci un altro sindaco che nel suo primo atto pubblico firmi la chiusura del festival romano. A meno che la laguna non inghiotta Venezia; ed allora il problema si risolverebbe senza traumi per Roma.
- Colosseo e Arena di Verona. Sono troppi due grandi anfiteatri romani; in questo caso è da sacrificare l'Arena, nonostante il sindaco Tosi si sia fatto incatenare alla sovrintendenza; perché per il Colosseo, che stava andando in malora, s'è trovato un grullo che paga il restauro, lo scarparo Diego Della Valle.
- Il numero dei castelli federiciani, in Puglia e nelle altre regioni, va drasticamente ridotto. Più precisamente, per la Puglia, il Ministero ha optato per il mantenimento del solo Castel Del Monte - troppo solido e ben piantato, abbatterlo costerebbe troppo; ma quelli di Barletta, Trani ecc... vanno smessi. A quello dell'Aquila c'ha pensato il terremoto. A proposito dell'Aquila, il suo grande centro storico comporterebbe una spesa enorme. Non si ricostruisce! E il Ministro s'è impegnato a far osservare il suo ordine.
- Paestum o Agrigento? Per i templi antichi, la scelta non è stata ancora fatta tra Paestum e Agrigento. E forse il Ministero potrebbe anche soprassedere, visto lo stato di abbandono in cui versano quei due siti. Troppo malandati, cadranno da soli, tempo al tempo.
- Torre di Pisa, nonostante sia unica - e meno male! - kaputt! Ogni giorno sembra stia lì lì per cadere, e non cade mai. Il Ministero s'è stancato di iniettargli regolarmente nelle fondamenta un siluro di soldi e cemento ed ha assunto una decisione drastica: lasciarla pendere fino al suolo.
- E Parma, con tutta quella roba da mantenere? Teatro Farnese, Teatro Regio, Giuseppe Verdi, Parmigiano? Cosa salvare? Il parmigiano naturalmente ; i teatri mica si mangiano? E Verdi? Peppino il brontolone, chiusi i teatri, ce lo togliamo, senza infierire, dalle scatole.
- Pesaro allora? Per Pesaro è prevista una legge speciale. Rossini Kaput! Ma, per onorare la memoria del musicista, viene protetto lo 'squaquarello', formaggio cremoso che piaceva tanto al grasso Gioacchino che così sarà ricordato dai posteri.
- E ville, castelli, dimore principesche salvate dal FAI , contro la volontà del ministro? Il Ministro, dopo anni, s'è reso conto che quell'affidamento fu un errore madornale; anche perché ora non sa più come toglierglieli e chiuderli, causa delle esorbitanti spese di manutenzione. Ma finchè c'è il FAI, 'fai pure', ha detto ironicamente.
- Biblioteche ed archivi? In Italia sono decisamente troppi. Anzi un autentico inutile lusso le centinaia di archivi polverosi ed anche la Biblioteca ambrosiana e quelle 'nazionali' di Firenze e di Roma. Tre addirittura. Che ce ne facciamo di tre, se per buona parte hanno tutte le stesse cose? Il Ministero ha già avviato un processo di digitalizzazione, alla fine del quale, in sei CD, due per ciascuna, le avremo in ogni casa, senza doverci spostare per andare nelle rispettive sedi che, a quel punto, potranno esser adibite a deposito/garage per le preziose macchine blu. Dopo l'apertura dell'Archivio Zeffirelli, recentemente inaugurato dal Ministero, le altre tre biblioteche potremmo anche chiuderle subito, risparmiando pure sulla digitalizzazione. E le Accademie? Lincei, Crusca... possiamo ancora permettercele? 'La seconda conserviamola; in tempi di razionamento di viveri può servire a fare il pane; alla prima, invece, ci ha pensato la collega Gelmini con la razionalizzazione delle scuole superiori' , dice il ministro. Ministro Galan: Lincei!; 'Lincei' , 'Licei', che differenza c'è?
Infine, una decisione senza pari s'è presa per l'immenso 'Foro Romano' , dopo l'ultimo allagamento. 'Allargare il foro, ha ordinato il ministro a Broccoli, in modo che possiamo metterci dentro anche altre rovine, e poi copriamo tutto con la monnezza di Roma e d'Italia; così preserveremo quelle storiche rovine per le generazioni future.
Da qualche parte, senza passare per la burocrazia ministeriale, nella quale coloro che vorrebbero ancora la bell'Italia, confidano per le sue lungaggini, si è passato alle vie di fatto. Il bel monumento in bronzo dorato di Arnaldo Pomodoro che campeggia nella piazza principale di Belluno, è stato messo all'asta, visto che né i fulmini sono riusciti a scioglierlo, e neanche gli immigrati che, quando hanno capito che non era fatto di rame, richiestissimo, bensì di bronzo dorato, l'hanno lasciato lì dov'era. Con queste operazioni i Ministri sperano di ridurre drasticamente il numero dei turisti e, di conseguenza, la monnezza che procurano, scorazzando per la nostra bella Italia!
Anonimi 1 e 2
*(Gli autori di questo editoriale hanno preferito non mettere i loro nomi per salvarsi dalla foga dimezzatrice del Ministro).
...questi lussi, possiamo ancora permetterceli?
Attenendoci scrupolosamente a quanto si legge nei siti del Governo, del Quirinale, del Parlamento, delle Questure ecc... apprendiamo che:
-Possiamo permetterci tutti gli organi centrali dello Stato. Una notizia dell'ultima ora ci dice, a tal proposito, che i bilanci di tutti gli organi costituzionali negli anni 2012, 2013 e 2014 saranno mantenuti tali e quali agli anni precedenti. Tutte le spese coperte. In fondo poco più di 3 miliardi di Euro l'anno (si risparmierà, intervenendo sulla spesa statale, con una riduzione di 20 miliardi). Cosa sono 3 miliardi a fronte del debito pubblico?
-Possiamo permetterci ancora 71.997 macchine blu; il taglio necessario di tre unità è stato già fatto, quest'anno, quando erano 72.000. Al taglio delle cilindrate, invece , non si è proceduto, perché tagliandole le cilindrate dovevano tagliarsi anche le macchine, e, d'inverno, si va incontro al freddo ed alla pioggia. Se ne riparla in estate. Per bilanciare il taglio già operato, seppur non richiesto, alla Difesa hanno acquistato 19 maserati, cilindrata 4000, dal costo contenuto e made in Italy. Un affare. Il sindaco Alemanno, andando controcorrente e senza che nessuno glielo abbia chiesto, nonostante vanti un esiguo parco macchine comunale di 200 unità, ha detto che vuole portarle a venti (una per circoscrizione, tanto lui va in moto!).
-Il numero dei Parlamentari siamo costretti a non toccarlo, per un fatto estetico. Per evitare lo spettacolo delle Camere semivuote. A tal proposito i parlamentari saranno pagati di più se partecipano alle sedute. (In caso di tagli, anche i non eletti si ritengano arruolati e stipendiati ). Altrimenti dovremmo tagliare per tre quarti i due emicicli, con una spesa di ristrutturazione non indifferente.
-Le province possiamo ancora permettercele, anche perchè non sapremmo dove mettere quelle migliaia di impiegati e funzionari e consiglieri che abbiamo insaccato nei palazzi. Le province costano davvero poco, una quindicina di miliardi che sono poi un'inezia rispetto al nostro debito pubblico. Né lo ridurrebbero in maniera plausibile, qualora in un secondo tempo si decidesse di tagliarle, facendo scempio della loro storia.