Cari Professori,
sento il dovere, oltre che il piacere, di scrivervi alla vigilia di un nuovo rinvio della firma del contratto; e non parlo di quello del biennio 2008-2009 che per voi insegnanti dei Conservatori ed Accademie non è stato ancora firmato, per il quale anche desidero scusarmi con voi.
Mi riferisco a quello del prossimo biennio, anzi triennio: il Governo - io no - ha deciso di congelarlo e rimandarlo a data da destinarsi - forse il 2013, per chi sopravviverà. Ho, dunque, più d'una ragione per sentirmi in difficoltà nei vostri riguardi. Provo ad elencarle alcune in tutta sincerità e senza vergogna.
Innanzitutto per la riforma non ancora attuata dopo una decina d'anni di sperimentazioni; per l'avvio dei Licei musicali nella confusione più totale (al momento dell'attuazione si sono contratti nel numero e sono stati dislocati in sedi che aumentano la confusione e la guerra fra Conservatori e detti nuovi istituti).
E poi, devo confessarlo, anche per la confusione generale: siete diventati da tempo istituti che appartengono alla fascia dell'Alta formazione - quella universitaria, per intenderci, abilitati a rilasciare titoli di studi adeguati - e la riforma connessa del vostro status giuridico ed economico non abbiamo neppure cominciato a prenderla in considerazione. Motivo di grande vergogna per me è anche il fatto che, nonostante tutti i governi e i tutti ministri del mio dicastero presenti e passati, di destra sinistra e di centro, da tempo abbiamo all' unanimità predicato che la Scuola è una priorità assoluta della nostra nazione, anzi è l'emergenza principe; e abbiamo anche spiegato che ad essa dobbiamo prestare attenzione e risorse necessarie, finora nulla di concreto ed apprezzabile abbiamo fatto.
Ora è sopraggiunta l'emergenza crisi che ha fatto passare in second'ordine anche emergenze più drammatiche come è in Italia quella scolastica. L'emergenza delle Università è di tutt'altro genere.
Devo, a seguito della crisi, annunciarvi con vergogna crescente che i 7 Euro lordi mensili che avevamo messo in bilancio per la 'vacanza' del rinnovo contrattuale, non ci sono più
Vanno a finire nel grande calderone dove raccoglieremo le elemosine estorte a tutti i poveri del paese - sempre più generosi dei ricchi - per tappare i buchi fatti dagli sprechi, dai privilegi (quelli guai a chi li tocca; a chi si azzarda a ricordarli, si risponde che la loro abolizione può essere contestata presso la Corte costituzionale) dalle ruberie in tutti i settori.
E che anche le vostre liquidazioni, se ancora vi saranno, ve le rateizzeremo.
Oggi , lo so bene, voi professori, come categoria, siete in bilico fra la categoria dei poveri e quelli dei 'tiriamo a campare' con quel poco che lo Stato vi dà, non potendo fidare sul premio al merito - tante volte promessovi - che non viene ancora dato e che forse, vi verrà dato alla memoria. So che voi, alla fine della carriera, dopo trentacinque-quarant'anni di servizio avete uno stipendio netto che non arriva neppure a 2.000 Euro.
So bene che quelli che parlano di aumenti automatici non sanno come stanno le cose.
I cosiddetti gradoni, già è tanto se non vi fanno inciampare, perchè si riducono a qualche decina di euro lordi mensili, ogni sette anni (dunque in tutta la carriera possono fare al massimo due o trecento Euro lordi mensili).
Anche per questo mi vergogno.
E non prendo neppure in considerazione quegli impiegati che, pensando al vostro stipendio, vi considerano fortunati.
Loro non potranno mai capire quale responsabilità presente e futura ha un insegnante nell'educazione dei ragazzi. Un esponente dell'opposizione vi ha definiti 'eroi moderni', convengo con Lui, anche se non mi è piaciuto il seguito del suo discorso. Loro non capiscono, ed io non riuscirò mai a perdonarmi che, come i miei predecessori, continuo a farvi promesse; di fatto, ad ignorarvi.
Con immense scuse
Mariastella Gelmini
Ministro dell' Istruzione, dell'Università
e della Ricerca Scientifica
* Questa è la lettera che ci aspetteremmo dal ministro