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I miei Erasmus

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Federico Lavista
Salamanca e Londra

I MIEI ERASMUS di Federico Lavista

Il modo di formarsi per un giovane musicista ha sicuramente avuto una evoluzione nel corso dell’ultimo secolo; vivere e studiare in una realtà sempre più internazionale in campo artistico comporta per una persona che decide di avviarsi agli studi nell’ambito musicale a dover prendere in considerazione la possibilità di viaggiare verso paesi esteri affinchè egli possa confrontarsi con una diversa realtà e concezione della materia musicale.

Nonostante questo pensiero sia ormai più o meno assodato da tutti, personalmente posso dire di averlo compreso appieno solo al termine di due mie esperienze compiute nel corso degli anni accademici 2018/2019 e 2019/2020; grazie alla guida (e alla pazienza!) delle Professoresse Di Lena e Grossi, oltre che all’aiuto della Dottoressa Lucrezi, che vanno a comporre il team Erasmus del Conservatorio Alfredo Casella, ho potuto entrare a contatto con questa nuova concezione della formazione musicale, basata sul confronto con nuove persone, maestri e realtà culturali.

La mia prima esperienza Erasmus è stata presso il “Conservatorio Superior de Castilla y Leon” a Salamanca, sotto la guida del Maestro Karolina Michalska, che conobbi alcuni anni prima grazie proprio ad una delle Masterclass organizzate dal nostro Conservatorio insieme all’ufficio Erasmus. Partire per questa avventura mi destava non poche preoccupazioni: avevo già avuto l’opportunità di viaggiare per la musica, in orchestre e in progetti di scambio culturale, tuttavia ora mi trovavo a dover partire per diversi mesi, senza conoscere la lingua (“lo spagnolo è simile all’italiano” mi ripetevo, non considerando la velocità con cui i locali lo parlavano) e soprattutto a ridosso della mia laurea (sarei tornato circa un mese prima del mio esame finale per il Biennio Accademico di II livello in violino).

Tuttavia decisi di farmi coraggio e di partire verso un’esperienza che non pensavo avrebbe influito così positivamente sulla mia concezione della musica; ovviamente non sono mancate le problematiche nell’adattamento ad una nuova cultura, ma di lì a poco mi trovai a conoscere un’infinità di nuove persone, musicisti e non, con le quali ho potuto condividere mesi estremamente stimolanti dal punto di vista personale e culturale. In particolare mi stupì l’approccio alla musica da parte degli spagnoli ben più pratico del nostro, con lezioni in cui ci si trovava ad eseguire non solo repertorio di fronte a tutta la classe, ma anche semplici esercizi di tecnica, cercando di aumentare la propria resa nei confronti del pubblico.

Nel corso di questa mia prima esperienza conobbi in particolare un gruppo da camera con il quale mi ritrovai a suonare per tutto il periodo del mio erasmus, sia in varie masterclass estremamente illuminanti sia in concerti pubblici, tra cui la ricorrenza della stesura della Costituzione spagnola presso la Junta di Castilla y Leon.

Al termine di questo primo erasmus mi ritrovai quindi con un bagaglio estremamente pieno di esperienze, un rinnovato desiderio di conoscenza in ambito musicale, e soprattutto la carica giusta per affrontare il mio esame finale di biennio, che grazie al M° Michalska ed ai suoi consigli ero riuscito a mettere in piedi nel migliore dei modi. Fu anche grazie a questo che mentre ero sull’aereo di ritorno promettevo a me stesso che avrei cercato di partire nuovamente, possibilmente verso un’ulteriore realtà e cultura differente che permettesse di arricchirmi ulteriormente come musicista.

Fu facendo questi ragionamenti che decisi di provare a presentare domanda presso la Guildhall School of Music and Drama di Londra; questa possibilità mi si presentò quando in Spagna la mia insegnante mi consigliò di andare a Londra a studiare con un suo collega, e decisi di provare a seguire il suo consiglio.

Ben presto ricevetti responso positivo e l’estate scorsa mi ritrovai a dover nuovamente programmare una nuova esperienza all’estero, questa volta molto più consapevole di ciò che mi aspettava, ma in ogni caso preoccupato: nel frattempo mi ero iscritto al bienno di musica d’insieme, ordinamento che a Londra non era previsto e quindi temevo che le attività svolte all’accademia non mi sarebbero state riconosciute; tuttavia, anche rassicurato dalla sempre infaticabile segreteria Erasmus, ed incoraggiato anche dal prestigio che significava per me questa esperienza decisi di partire.

Anche in questo caso le difficoltà all’inizio non mancarono, vivere in una realtà così vivace come la metropoli di Londra è stato stimolante ma allo stesso tempo estremamente faticoso: avere numerose opportunità molto ravvicinate tra di loro ha significato per me dover stravolgere la mia routine, imparare ancora di più a gestire questa professione in un ambiente che richiede molte energie fisiche e mentali e soprattutto mi sono trovato a confrontarmi con un’ulteriore visione dell’approccio allo strumento, molto più tecnico, meno “immediato” a quello spagnolo.

Nonostante la fatica iniziale ho ben presto capito ciò che potevo apprendere nel corso di questa nuova esperienza, soprattutto grazie alla guida del M° Bartosz Woroch, il mio docente di violino; nonostante avesse nel proprio curriculum la vittoria di numerosi concorsi internazionali, mi ha sorpreso la gentilezza e la metodicità con cui seguiva ogni suo allievo. Con le sue lezioni mi ha aiutato a capire e rivalutare la tecnica non come una semplice routine giornaliera, ma come una ricerca di pochi, semplici fondamenti sul nostro strumento che ci diano quella sicurezza necessaria per focalizzarci su ciò che veramente conta: la musica.

Senza dimenticare tutti gli incontri che ho potuto fare nella scuola, le lezioni che si concentravano al benessere stesso del musicista, i seminari di Alexander Technique, e i concerti, tra cui uno con l’orchestra della scuola alla Barbican Hall che ricorderò per sempre.

Al termine di questi due anni, guardandomi indietro e ripensando a quanto ho vissuto, realizzo veramente della fortuna che ho avuto e che cosa l’Erasmus abbia significato per me: una opportunità di viaggiare, di formarmi e di crescere, tutte cose che probabilmente senza l’aiuto del Conservatorio e della Comunità Europea non avrei potuto fare.

Se posso dare un consiglio a chiunque voglia partire, o sente solamente la necessità di voler confrontarsi con una nuova realtà che non sia quella italiana posso solo dire, partite, è giusto preoccuparsi del proprio percorso accademico, ma posso assicurarvi che questa esperienza non vi rallenterà: mi sono trovato a fare i miei due erasmus in due momenti estremamente importanti del mio percorso, prima di una laurea (in Spagna) e frequentando un ordinamento non nel piano di studi (in Inghilterra), ma vi posso assicurare che ho sempre ottenuto il pieno riconoscimento delle mie attività e non potete immaginare la sensazione di consapevolezza e arricchimento che il termine di queste esperienze danno.

Voglio solamente approfittarne per ringraziare ancora il Conservatorio A. Casella, in particolare i Maestri Piermarini e Di Massimantonio, oltre che tutto lo staff Erasmus nelle persone delle Professoresse Carla Di Lena e Anna Grossi e la Dottoressa Roberta Lucrezi per l’opportunità che mi è stata data. Volevo inoltre ringraziare i Maestri Giuliano Bisceglia e Diego Roncalli Di Montorio, miei docenti, per avermi sostenuto e spinto verso questa esperienza.

Buon Erasmus a tutti!