Musica+ esce con un numero doppio che racchiude eventi e anniversari del 2019, in una combinazione di argomenti di cui siamo orgogliosi per varietà e qualità. Il nucleo più consistente è costituito da un ampio inserto dedicato all’anniversario dei duecento anni dalla nascita di Clara Schumann (13 settembre 1819), una ricorrenza ampiamente considerata nel mondo musicale, che ci ha offerto l’occasione di accogliere contributi nuovi: l’elaborazione di un estratto di una tesi di laurea (Emanuele Giallini), la messa sotto forma di articolo di una “Lezione di Musica” radiofonica (Luisa Prayer), il lavoro nato da ricerche condotte da anni in biblioteche europee nell’ambito del progetto dedicato alle donne musiciste - L’Ombra illuminata del Conservatorio di Bari - di cui pubblichiamo qui per la prima volta alcuni documenti in traduzione italiana (Angela Annese e Orietta Caianiello). Ne emerge un ritratto a tutto tondo dove la concertista, la compositrice e l’insegnante si riuniscono in una personalità centrale nella cultura musicale europea dell’Ottocento. Clara Schumann si è profusa in un’attività alacre, incessante, all’insegna dell’eccellenza; rapportandosi con musicisti straordinari, dedicandosi alla trasmissione del mondo musicale in cui aveva vissuto; lasciando infine una traccia indelebile in coloro che hanno usufruito dei suoi preziosi insegnamenti. La lettura dei racconti degli allievi oltre a riportare le indicazioni di una delle più famose insegnanti di pianoforte della storia, apre squarci di quotidianità inaspettati, raccontando aspetti poco noti e di grande interesse.
Anche altri pianisti vengono raccontati in queste pagine, per una casuale concentrazione di eventi. In concomitanza con una giornata di studio abbiamo soffermato l’attenzione su una personalità come quella di Alexis Weissenberg che, oltre ad aver goduto di una celebrità da star-system, ha speso energie nella composizione, aspetto questo meno noto. L’intervista alla figlia Maria, dedita a custodire il lascito musicale paterno, ci racconta lati sconosciuti. Ancora un convegno ha approfondito una figura importante nella didattica pianistica come quella di Vincenzo Scaramuzza, maestro di grandi concertisti, cresciuto nell’alveo della scuola napoletana ottocentesca ma poi innovatore profondo e ancora in parte da scoprire. E per rimanere ai convegni, ad Alfredo Casella - musicista a cui è intitolato il nostro conservatorio - sono state dedicate nel maggio 2019 tre giornate di studio e di esecuzioni musicali: un’idea di circolarità dei saperi, dalla ricerca scientifica alla prassi musicale, a cui siamo particolarmente affezionati noi del Conservatorio Casella e di cui in futuro avremo modo di raccontare ancora.
Da tempo poi pensavamo di dedicare attenzione ad un settore del lavoro compositivo ricco di sviluppi e implicazioni come quello della musica applicata. Professionalità nuove per le quali si sono disegnati nuovi percorsi, affidando le competenze didattiche a musicisti che quei percorsi li hanno intrapresi direttamente sul campo, guadagnandosi stima, solida collocazione professionale e in qualche caso anche celebrità. L’inizio dell’inchiesta è con un docente del Conservatorio Casella, ovvero con Carlo Crivelli, collaboratore di importanti registi e autori, che ‘si racconta’ e riflette sulla condizione del musicista in un circuito produttivo d’arte.
La riflessione sulla condizione del musicista, appunto, è uno dei temi a cui tutto il lavoro di Musica+ si ispira, essendo strettamente collegato alle finalità dell’insegnamento. E mai come ora, in un presente dai riferimenti incerti, gli unici veri strumenti nelle mani del musicista, sempre più ci sembra che siano la competenza, la serietà, la dedizione, lo studio.
Carla Di Lena