Avevamo lanciato un allarme nello scorso numero. Che vengano integrati dal Ministero - come è stato fatto per le Università - i fondi che i Conservatori perderanno con l’applicazione della Legge di stabilità e che necessariamente sono stati chiesti alle famiglie - aumentando le rette - a partire da quei redditi medi che risultano sempre più presi di mira dalle scelte politiche di questo Paese. Poco o nulla se ne è parlato, l’anno accademico è iniziato, vedremo gli effetti. Ci auguriamo che qualcosa venga fatto. Ci sorprende sempre la silenziosa capacità di subire dei cittadini, dalle disfunzioni dei mezzi pubblici agli aumenti continui e molto sensibili dei contributi economici nel settore dell’Istruzione pubblica.
Intanto da tempo attendiamo il riconoscimento del Terzo Livello, che nelle Università è realtà indiscussa. Se ne è parlato a Roma in un convegno organizzato proprio presso la sede del MIUR, e l’argomento è oggetto della nostra inchiesta. È incentrato in questo caso sulla ricerca musicologica, ma la Ricerca nelle nostre istituzioni comprende tutti gli aspetti, dalla prassi esecutiva alla didattica. È un riconoscimento importante anche nell’ottica dell’internazionalizzazione, come abbiamo messo in evidenza nei numeri precedenti. Intanto, nelle parole dei relatori che intervengono nelle nostre pagine, leggiamo un’interessante ricognizione dello stato della ricerca nelle università e nei conservatori, con approdo finale ad un memorandum che vuole richiamare l’attenzione del Governo, del Parlamento, dei ministeri MIUR e MIBACT su provvedimenti importanti da adottare. Di ricerca musicale si parla anche a proposito di altri convegni che hanno offerto occasioni di approfondimento e confronto. Il tema “Musica e pace”, assai meno indagato del campo specularmente opposto (ma si sa, in arte Don Giovanni drammaturgicamente funziona meglio di Fidelio) è stato dibattuto da musicologi italiani e tedeschi presso l’Istituto Storico Germanico di Roma; sulle origini di un antico strumento come il salterio ci si è soffermati al Conservatorio di Bari, di un sommo dell’interpretazione come Toscanini a 150 anni dalla nascita si è parlato a Parma e Milano. Ci sono poi profili di musicisti, longevi e attivi come Boris Porena, recentemente scomparsi come Annamaria Pennella e Jean-Claude Risset, e musicisti che hanno come attività principale quella di raccontare altri musicisti. Bruno Monsaingeon, un mito del film a tema musicale, grande ‘ritrattista’ di Glenn Gould e di Sviatoslav Richter, è stato raggiunto da una nostra brava e intraprendente collaboratrice e si è raccontato a lungo regalandoci una carrellata di grandi personaggi.
Infine un po’ di storia del ‘nostro’ conservatorio, il “Casella” con le ragioni di una intitolazione che non ha motivi geografici né rievocativi di un legame personale con l’istituzione, troppo giovane per aver conosciuto il musicista, ma abbastanza matura da festeggiare nel 2018 i cinquant’anni di esistenza. Non mancheremo di celebrare e cogliere l’occasione per rafforzare la nostra voce e unirla a quella di tutti coloro che affermano le ‘ragioni della musica’ in tutte le situazioni in cui proprio ci sembra necessario non soccombere.
Carla Di Lena