Conservare la musica. Non nel senso morale di continuare a considerarla, ma proprio nel senso materiale del termine. Così, dopo la musica dal vivo in tutte le sue implicazioni, Musica+ sposta i riflettori sui temi legati all’archiviazione e conservazione dei beni musicali. Potrebbe sembrare un argomento per addetti ai lavori ma non è così. Ogni tipo di ricerca collegata con la musica, sia essa su documenti antichi o su un recente passato, che riguardi manoscritti di secoli fa o documenti sonori recenti, sia essa legata al mondo cartaceo o a quello dello spazio virtuale, rientra in questo grande tema. Le tecniche implicate sono molte e il pensiero di chi elabora oggi le linee guida per offrire un efficace servizio al ‘ricercatore’ è attento ai veloci cambiamenti della fruizione anche in questo settore. È importante così sottolineare che il rapporto tra il musicista ‘pratico’ – ovvero l’esecutore – e le strutture che custodiscono i patrimoni musicali è continuo ed incessante, non assolutamente secondario rispetto al rapporto tra i musicologi e le strutture stesse.
In questa prima parte della nostra inchiesta diamo voce ad alcuni responsabili del settore archivistico e bibliotecario, anche prendendo spunto da due recenti convegni, riconducibili nel riferimento ultimo al Ministero dell’Istruzione e Ricerca – MiUR (ci riferiamo al Convegno tenutosi presso il Conservatorio di Firenze) e al Ministero dei Beni e Attività Culturali – MiBAC (Festival degli archivi Musicali tenutosi a Milano). Nel prossimo numero sentiremo su questi temi anche i diretti fruitori, i musicologi e i musicisti, per avere un quadro il più completo possibile dell’argomento.
Musica+ come nei numeri precedenti, pur focalizzando l’attenzione su un’inchiesta, non rinuncia ad offrire una panoramica varia e articolata dei temi legati al mondo di chi studia e fa musica. A partire dai Maestri, una diva-antidiva del palcoscenico come Mariella Devia, proseguendo con un compositore che già appartiene alla storia della musica del nostro tempo, Krzysztof Penderecki, intervistato da un nostro studente di composizione, per finire con il ritratto di un Maestro del recente passato, Ferruccio Vignanelli. Tra i personaggi del mondo dello spettacolo che a vario titolo si occupano di musica, in questo numero Moni Ovadia. Il quale in particolare si è messo a disposizione come testimonial di un’iniziativa volta a regalare la possibilità di fare e imparare musica a 50 bambini e ragazzi dei campi profughi palestinesi. ‘Musica dimensione di libertà’, recita lo slogan, e per chi ha avuto la possibilità di osservare di persona come la realtà di questi ragazzi sia diversa da quella della maggior parte dei nostri, niente di più vero.
Ci sono poi anche i progetti innovativi per far musica insieme, la Theresia Youth Baroque Orchestra sostenuta economicamente da un gruppo di privati cittadini, e il grande lavoro che stanno svolgendo alcuni importanti organismi a livello internazionale per rendere sempre più concreto e agevole lo spazio europeo dell’Istruzione Superiore. In queste pagine l’intervista alla coordinatrice del gruppo degli esperti del processo di Bologna, Maria Sticchi Damiani, e alcune schede tecniche; nel prossimo numero pubblicheremo la traduzione ufficiale del comunicato stilato a Yerevan, in Armenia, in occasione dell’incontro dei Ministri della Cultura dei paesi europei.
Condividere, allargare, espandere, comunicare. Dagli spazi generali dell’Istruzione Superiore in tutti gli ambiti, a quelli solo apparentemente più circoscritti della Musica. Il Conservatorio “Casella” che realizza e pubblica con le proprie risorse interne Musica+ presenta ai lettori alcuni spunti tratti dalle attività svolte e in svolgimento. Tra questi una Festa della Musica che in modo giocoso e informale ha portato tanto pubblico esterno nei nostri spazi e un Progetto pluriennale dedicato al compositore a cui il Conservatorio è intitolato, creando sinergie anche con istituzioni estere e promuovendo attività di ricerca con mobilità internazionali e convegni in sede. A dimostrazione che, testimoniata la presenza vitale nel territorio, anche dall’istituzione di una piccola città – per di più provata da imponderabili accadimenti della natura – possono scaturire azioni virtuose a ricaduta multipla.
Musicisti e musicologi che studiano, viaggiano, ospitano, cercano Musica e fanno Musica, in un incessante lavoro che si estende grazie alla consapevolezza e alla conoscenza dei mezzi che permettono di arrivare ben oltre i ristretti limiti dello spazio fisico del territorio.
Carla Di Lena