Autore Topic: Il mistero nipponico  (Letto 2331 volte)

Pamela

  • Nuovo arrivato
  • *
  • Post: 42
    • Mostra profilo
Il mistero nipponico
« il: 04 Ottobre 2009, 21:33:48 »
L'articolo seguente, pubblicato pochi giorni fa, polemizza con la protezione civile in merito al progetto di Shigeru Ban per il Casella.


Conservatorio Casella: il mistero nipponico del progetto gratis cestinato



L’AQUILA. Voci e malumori, magari passate a mezza bocca o sussurrate all’orecchio che hanno ingenerato una sorta di leggenda metropolitana anche a causa di risposte inevase da parte della Protezione Civile.
Il tema della contestazione questa volta riguarda un progetto per la ricostruzione del conservatorio dell’Aquila. Si era fatto avanti un noto architetto giapponese che pare fosse disposto anche a realizzare l’opera donando, attraverso la sua ambasciata, una cifra di oltre 500mila euro.
Quel progetto era all’avanguardia e sicuro, sostiene chi lo ha visto, «era soprattutto gratuito», si specifica, ma alla fine l’elaborato è rimasto in un cassetto, dimenticato a causa del rimpallo tra Comune e Protezione civile.
Linee contemporanee e moderne, una ventata di internazionalizzazione per il Conservatorio Casella ed il relativo auditorium da 600 posti tutti da ripensare dopo il sisma del 6 aprile.
L’architetto giapponese, Shigeru Ban,(nella foto una ricostruzione di un suo progetto) famoso a livello internazionale soprattutto per le sue ricerche nel campo delle tensostrutture si era fatto avanti chiarendo di mettere a disposizione del capoluogo la sua opera, il progetto ed una somma per la realizzazione delle strutture raccolta attraverso alcune associazioni.
L'architetto nipponico, che ha visitato L'Aquila il 22 maggio su invito dei dirigenti del Conservatorio e della Facoltà di Ingegneria dell'Aquila, aveva spiegato che avrebbe utilizzato la costruzione per lo più utilizzando cartone compresso, che offre le migliori garanzie sia sotto il profilo della sicurezza sia dell'acustica.
L'ambasciata giapponese in Italia si era detta disponibile ad un finanziamento di 500mila euro mentre la restante parte, circa quattro milioni di euro, sarebbe stata coperta da finanziamenti di associazioni di italiani all'estero per i quali si era mobilitato lo stesso Conservatorio dell'Aquila, di concerto con l'ambasciata italiana in Canada.
Inizialmente, sembra, che il progetto fosse piaciuto alla Protezione Civile che aveva anche individuato il sito dove realizzarlo (la tettoia della tramvia a Pettino mai terminata, nei pressi del cavalcavia dell'autostrada A/24).
Dopo una prima ispezione e la richiesta di alcune modifiche al progetto originario, la stessa Protezione Civile aveva dato un primo nulla osta e si era arrivati anche all'esproprio dell'area dove realizzare la struttura.
Poi, a fine agosto, in un incontro che doveva essere conclusivo tra Protezione Civile, Prefettura e Comune dell'Aquila, è arrivato un inaspettato stop al progetto per rilievi sulla sicurezza complessiva dell'opera.
Risultato: la realizzazione della sede provvisoria del Conservatorio è finita nella gara d'appalto omnicomprensiva per la realizzazione degli edifici scolastici, vinta da una ditta di carpenteria metallica.
Secondo alcune fonti la ditta avrebbe avuto la meglio grazie a un forte ribasso praticato sul prezzo di partenza, pur con una valutazione bassissima sugli aspetti ambientali e dell'acustica rispetto agli altri progetti presentati.
Una struttura, insomma, che non garantirebbe le sufficienti condizioni di acustica né per lo svolgimento delle lezioni di musica né, tanto meno, per lo svolgimento di eventuali concerti.
C’è, dunque, malcontento nell’ambito del conservatorio e si teme per il futuro della loro attività e soprattutto sono in molti che ancora non riescono a spiegarsi come sia stato possibile rinunciare ad un progetto praticamente gratuito per la collettività per uno invece a pagamento.
L'architetto Shigeru Ban è citato anche dall'enciclopedia on line Wikipedia che ne sottolinea la fama proprio per «le sue ricerche nel campo delle tensostrutture, specialmente nella loro realizzazione attraverso materiali economici come il cartone o il bamboo».
In particolare si ricorda come, a seguito del terremoto che nel 1995 colpì Kobe, Shigeru Ban «ideò una soluzione alternativa alle tendopoli progettando delle abitazioni di 16 metri quadrati, con pareti fatte da tubi di cartone e fondazioni costituite da cassette per bottiglie di birra, riempite con sabbia. Tecniche simili furono usate anche per ricostruire temporaneamente la chiesa di Takatori
e per il padiglione giapponese presentato all'esposizione di Hannover nel 2000».
Magari, se non altro, c’era qualcosa da imparare… Sulla storia (non la prima con ombre e pochi chiarimenti nell’ambito della ricostruzione) chiarisce poco la Protezione civile che sostiene «destituita di fondamento la notizia secondo cui la gara per la realizzazione del Conservatorio a L'Aquila sia chiusa: infatti è tutt'ora in corso». Dunque non ci sarebbe nessun vincitore. Ancora. Molto strano davvero. Perché sul sito lo scorso 17 settembre è stato aggiunto un avviso con alcuni chiarimenti al bando ma non c’è traccia di un cambio di scadenza. Così dal sito risulta comunque che quel bando è stato chiuso il 22 settembre alle ore 13. (dunque tre giorni fa).
E’ chiaro che qualcosa sia successo nel frattempo o si sia deciso di prolungare il periodo per la presentazione delle offerte. Ma sul sito non pare esservi traccia chiara i ciò.
Il Dipartimento della Protezione Civile ha poi spiegato all’Ansa che per quanto riguarda il progetto presentato dall'architetto giapponese Shigeru Ban, «fermo restando il parziale finanziamento assicurato dal Giappone di 500mila euro, non risultano esserci altre risorse, tanto meno provenienti dall'estero, per coprire la restante parte dei costi dell'opera. Si è quindi ritenuto di procedere ad una gara pubblica - conclude il Dipartimento - così da garantire, come sempre, la massima trasparenza nell'utilizzo dei fondi pubblici».
Una risposta che però non soddisfa molti.
Le domande allora potrebbero essere: davvero la ditta di carpenteria aveva vinto l’appalto magari poi non aggiudicato per problemi sopraggiunti?
I finanziamenti a cui fanno riferimento gli ambienti vicino al conservatorio esistono davvero?
Perché è stato scartato il progetto dell’architetto giapponese?
Di sicuro è tutto regolare ma qualche risposta in più non guasterebbe visto che a parole la Protezione civile continua a garantire «trasparenza».

26/09/2009 9.33


FONTE
« Ultima modifica: 04 Ottobre 2009, 21:36:19 da Pamela »

Pamela

  • Nuovo arrivato
  • *
  • Post: 42
    • Mostra profilo
Re: Il mistero nipponico
« Risposta #1 il: 04 Ottobre 2009, 21:34:43 »
Sul sito pochi i commenti all'articolo... ma c'è chi, al contrario del giornalista, è ben felice di dar fiducia agli architetti italiani.
Questo il commento dell'utente atreiu:
«ma secondo voi abbiamo davvero bisogno di architetti più o meno noti che dall'estero impongano il loro repertorio stilistico calando astronavi in un contesto di cui fino a ieri ignoravano perfino l'esistenza?
viva i bravi architetti e ingegneri abruzzesi! fateli lavorare per valorizzare davvero il nostro territorio, invece di puntare sulle "archistar".
guardate ad esempio la "mezza manica" rigata di Fuksas a Pescara, assolutamente decontestualizzata, un'architettura che grida in mezzo al silenzio...»
« Ultima modifica: 04 Ottobre 2009, 21:39:09 da Pamela »

Logaritmico

  • Nuovo arrivato
  • *
  • Post: 4
    • Mostra profilo
    • Flutist or Flautist?
    • E-mail
Re: Il mistero nipponico
« Risposta #2 il: 11 Novembre 2009, 18:15:34 »
Inserisco un articolo in cui mi sono imbattuto di recente, anche a me incuriosisce la questione...

Qualcuno sa qualcosa di più di questa storia, di cui, per ovvii motivi, si parla poco?

Da Il Capoluogo.com del 4/11/2009

Dal prestigioso Auditorium di “carta” del grande architetto giapponese di fama internazionale Shigeru Ban ai MUSP di una ditta di carpenteria metallica: storia di un progetto per il Conservatorio dell’Aquila che “non s’ha da fare”…

La vicenda è pressoché nota. Ma riassumiamola, con dovizia di particolari. All’indomani di un’immane tragedia che ha distrutto una città e sconvolto la vita di migliaia di persone, un illustre architetto giapponese - per la precisione - Shigeru Ban (uno dei progettisti delle torri gemelli, studio a Tokio, New York e Parigi, docente all’Università Key, membro del Voluntary Architecs Network) si interessa a L’Aquila (viene due volte l’11 giugno e il 12 agosto) ed elabora un disegno, che gli costerà diversi mesi di lavoro, per la riqualificazione della rimessa della ex metropolitana situata a Pettino, abbandonata e mai utilizzata. Il progetto, gratuito, realizzato da Ban con il suo Studio e il suo attuale team di collaboratori costituito da professionisti e docenti dell’Università dell’Aquila, di Genova, di Parma e di Perugia, oltre che da specialisti francesi e giapponesi, prevedeva una struttura all’avanguardia da donare al Conservatorio. Shigeru Ban è noto in tutto il mondo per utilizzare, nelle sue complesse architetture, materiali poveri come il legno, la carta, il cartone (da qui il nome Auditorium “di carta”) anche prodotti con processi di recupero e di riciclo. Per questo motivo ha operato con estrema efficacia in quei paesi devastati da eventi drammatici, come il terremoto appunto, in Giappone, nelle Filippine, in Turchia e in Cina.

Il punto focale del progetto prevedeva una Sala per Concerti capace di ospitare fino a 550 persone, tra pubblico e professori d’orchestra, con una superficie di circa 600 metri quadrati, definita da una curva perimetrale di colonne di cartone di varia sezione (era stata già individuata una ditta di Chieti per la fornitura dei casseri e il preventivo si aggirava sugli ottantamila euro) che ne avrebbero delimitato lo spazio. Le pareti, come anche il soffitto, erano state pensate in modo tale da garantire un perfetto isolamento acustico e termico, oltre che una barriera al fuoco. L’illuminotecnica era stata tarata a seconda delle esigenze: ogni aula avrebbe avuto un’illuminazione diversa. Accanto alla Sala Concerti era prevista la Sala Prove in forma ellittica (150 metri quadrati), inoltre una biblioteca di 145 metri quadrati, una sala di recitazione (60 metri quadrati), uno spazio per la terapia musicale (70 metri quadrati), uno spazio per il ricovero degli strumenti musicali (100 metri quadrati), una sala privata a servizio dell’orchestra (100 metri quadrati) e una superficie di circa 300 metri quadrati ad uso uffici per l’organizzazione e la gestione della didattica e delle iniziative culturali del Conservatorio di Musica. La realizzazione di questo complesso era stata definita per la fine di ottobre. Durante il G8 il primo ministro giapponese Taro Aso dona il modellino di plastica al nostro premier Silvio Berlusconi. La Protezione Civile indica, come somma approssimativa messa a disposizione per il Conservatorio dell’Aquila, sette milioni di euro.

Il progetto di Shigeru Ban costa cinque milioni e mezzo più IVA. Perfetto. Il 3 agosto viene espropriato il terreno per i lavori con tanto di targa. L’8 agosto viene bloccato tutto. Perché? Perché un progetto senza problemi economici, senza problemi tecnici, senza problemi strutturali e senza problemi inaugurali (per la cerimonia d’inaugurazione si sarebbe scomodato niente popò di meno che il giapponese Seiji Ozawa, uno dei massimi direttori d’orchestra al mondo) è stato buttato via così? Quante cose dette e poi negate…un mistero.

Il Direttore del Conservatorio Bruno Carioti chiede spiegazioni a Bertolaso e si dice preoccupato che un progetto di tale rilevanza, in grado di connubiare funzionalità e prestigio, sia stato accantonato per privilegiarne un altro che, quasi sicuramente, sarà di una normalissima ditta edile. Addirittura Renzo Piano telefona a Carioti per capire come sia stato possibile rifiutare un’opportunità del genere.

La Protezione Civile replica che non si è ancora deciso nulla e in data 11 settembre 2009 indice un Bando di gara - si legge nel sito - “per la selezione di operatori economici ai quali affidare la progettazione, i lavori, la fornitura, il trasporto e la posa in opera di Moduli Provvisori ad Uso Scolastico (MUSP) per il Conservatorio A. Casella dell’Aquila”. Risponderanno in quindici. Il 22 settembre si conclude la procedura. All’apertura delle buste vince una ditta per un ribasso anomalo. La Protezione Civile si insospettisce e, dopo ulteriori approfondimenti, conferma l’aggiudicazione dell’appalto. A Collesapone i lavori per i MUSP del Conservatorio partono il 15 ottobre; dovrebbero finire per il mese di novembre.

Ma perché si è preferito un progetto qualsiasi al progetto di Shigeru Ban? Perché? Lo chiediamo al Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, lo chiediamo al Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, lo chiediamo a chiunque sia in grado di fornirci una risposta. Soddisfacente. Intanto speriamo che la faccenda non si concluda qua, speriamo che il governo giapponese insista, speriamo che il governo italiano, Bertolaso e Cialente si interessino a far sì che qualcosa si smuova, speriamo che sia stato un errore, anzi un brutto sogno. Speriamo che l’Italia non faccia questa brutta figura e che L’Aquila e gli aquilani non si debbano accontentare solo un prefabbricato. Noi del Capoluogo.it lo speriamo. Noi, insieme a molti aquilani, ancora speriamo. Dopotutto domani è un altro giorno.

di Eleonora Egizi

*****

ANSA ore 12,44
TERREMOTO: L’AQUILA; STOP A SALA CONCERTI GIAPPONESE, STAMPA

(ANSA) - TOKYO, 4 NOV - Il progetto di costruzione di una sala concerti all’Aquila, che doveva essere finanziata per metà dal Giappone nell’ambito degli aiuti internazionali di ricostruzione post terremoto, è stato sospeso per mancanza di fondi e rischia di creare frizioni tra Roma e Tokyo. Lo riferisce lo Yomiuri Shimbun, il più diffuso quotidiano del Sol Levante con più di 12 milioni di copie nella sola edizione del mattino, nella corrispondenza da Roma di Kazuki Mazuhara (”assistenza giapponese sospesa unilateralmente”). Il progetto, illustrato lo scorso luglio dall’ex premier nipponico Taro Aso al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in occasione del summit del G8, prevedeva la realizzazione in due mesi di una sala concerti innovativa, soprattutto per l’uso di cartone compresso, dell’architetto giapponese, Shigeru Ban. Il costo, in particolare, era ipotizzato in un milione di euro, di cui la metà a carico del governo nipponico e l’altra coperta con la raccolta di fondi. Stime italiane, invece, ipotizzano, considerando le infrastrutture accessorie (parcheggi e viabilità), costi per circa 3,6 milioni di euro. “Manca il budget”, è il commento dei responsabili per la ricostruzione post terremoto, riferisce il quotidiano nipponico. “La sospensione è fuori dal senso comune della diplomazia perché si tratta di una cosa decisa tra i capi di governo dei due Paesi”, è il commento dell’ambasciatore giapponese a Roma, Hiroyasu Ando.

ANSA ore 13,23
TERREMOTO: PROT. CIVILE, DONAZIONE TOKIO POCO PER AUDITORIUM - BERTOLASO VEDRA’ AMBASCIATORE GIAPPONESE PER SCELTA ALTRA OPERA

L’Auditorium dell’Aquila non si farà, o almeno non è possibile in questo momento e si dovrà trovare un accordo per far confluire su un’altra opera la donazione del governo giapponese. Lo confermano fonti della protezione civile nazionale, interpellate dall’ANSA a proposito della notizia pubblicata da un giornale giapponese, Yomiuri Shimbun, che lamentava lo stop all’opera al quale il governo di Tokio intendeva partecipare con una donazione di 500 mila euro e un progetto firmato dall’architetto Shigeru Ban. “L’Auditorium - spiegano le fonti della Protezione civile - costerebbe chiavi in mano 4 milioni di euro. Il problema è che per attuare tutte le opere nel territorio stiamo procedendo attraverso gare di appalto. E questo ovviamente non sarebbe possibile farlo per un’opera già progettata. Dovremmo procedere attraverso assegnazione diretta, ma questo noi stiamo cercando sempre di evitarlo. Non potendo procedere ad assegnazione tramite gara, servirebbero ulteriori finanziamenti. I 500mila euro offerti dal governo nipponico sono insufficienti”. Quindi l’opera non si farà? “No, al momento non è possibile. Bertolaso - annunciano le stesse fonti - ha già preso appuntamento per la prossima settimana con l’ambasciatore giapponese per trovare una soluzione alternativa che consenta con la donazione nipponica di realizzare un’opera completa”.(ANSA)


Fonte: http://www.maurograziani.org/wordpress/archives/1837

Giorgio Nascetti

  • Nuovo arrivato
  • *
  • Post: 2
    • Mostra profilo
    • E-mail
Re: Il mistero nipponico
« Risposta #3 il: 21 Novembre 2009, 03:13:35 »
Vorrei rispondere all'utente Atreiu, citato dalla sig.ra Pamela. Sono un insegnante del conservatorio e recentemente ho dovuto individuare la scuola media Alighieri, dove, provvisoriamente, si stanno svolgendo le lezioni. Chiamo il conservatorio e questa è l'indicazione di un bidello: "...gira a destra, poi sinistra, finché vede due costruzioni così brutte, una che sembrano dei treni finiti uno sopra l'altro, che esclama fra sé e sé: - Non è possibile! -. La scuola, tutta arancione, è lì accanto". L'indicazione si rivela utilissima. Immagino che le due strutture architettoniche siano opera di architetti abruzzesi. Con questo non voglio certo affermare che tutti gli architetti abruzzesi siano incompetenti - mi immagino che ve ne siano di validissimi - ma che comunque il fatto di essere abruzzese non assicura il possesso di senso estetico indiscutibile. Infine volevo dire che anche Fuksas è italiano. E' solo il nome di origine, credo, lituana.