Presentazione
In Italia non è che ve ne siano tante e che godano di buona salute, le riviste che si occupano di musica cosiddetta seria. Le dita di una mano bastano ed avanzano a contarle. Si dirà che anche all’estero non sono poi tante. Certo, ma con una differenza. Che in Italia sono poche, non sempre ben fatte, e vivacchiano, quando non sono sotto minaccia perenne di chiusura; perché in Italia non si legge - e i musicisti non fanno eccezione; perché il linguaggio della musica non si studia a scuola; perché non si può sentire il bisogno di riflettere su qualcosa che conta poco; e perché della musica si parla solo in termini estetici non comprensibili a tutti, fino a quando la realtà non costringe a considerarla anche per i risvolti culturali, sociali ed economici. Come è accaduto di recente, sotto la spinta dei tagli governativi al FUS (Fondo Unico Spettacolo).
In Francia, in Inghilterra, in Germania, anche lì poche riviste di musica, mensili perlopiù, ma ben fatte, lettori molti e mercato abbastanza ricco.
Allora abbiamo voluto peccare due volte di presunzione. Una prima quando abbiamo deciso di realizzare una rivista fuori dagli schemi consueti; ed una seconda quando abbiamo voluto realizzarla con gli allievi di un Conservatorio, costringendoli a leggere ed informarsi per farsi poi leggere ed informare. Numero unico, o primo di una serie? Si vedrà.
Intanto, spieghiamo a chi si rivolge la nostra rivista. A tutti coloro che ritengono la musica ‘un diritto’; e perciò desiderano almeno ascoltarla, quando non possono farla professionalmente o per diletto; a coloro che chiedono di essere informati su di essa e i suoi sacerdoti, cioè gli interpreti, ed esigono di conoscere a fondo le ragioni per le quali in Italia la musica non goda dell’attenzione dovuta, e perché le vengono tagliati i viveri o perché gli anniversari, ad esempio, non porterebbero bene ai musicisti celebrati ed altro ancora.
A queste ed altre domande, con un terzo atto di presunzione, pensiamo di aver risposto con attenzione ai fatti, senza farci intimorire da nessuno, in modo comprensibile a tutti e con grande passione.
Buona lettura!
Pietro Acquafredda